Lucera: Anfiteatro Romano
Le foto
Il Ritorno

Prima di lasciare con nostalgia la città di Lucera, definita dagli autoctoni sorella di Roma, ci rechiamo in auto all’anfiteatro ubicato lungo la nostra via di risalita verso Nord. È una testimonianza interessante delle nostre origini storiche; fa gettare uno sguardo dal come eravamo per mantenere, rinverdire una identità unica da sfruttare nell’addentrarci sempre più nella cosiddetta società 2.0, 4.0 in attesa del 6.0. Aridi numeri che non possono competere con architravi, colonne, busti, capitelli, e così via. Nel tragitto automobilistico fino a San Severo dove prenderemo l’autostrada A14 percorriamo la statale 272, incubo della nostra prima tappa con il suo lungo rettifilo finale: sembra più stretta e pericolosa. Mentre il bolide la percorre, una inconscia gratitudine aleggia all’interno dell’abitacolo: qualcuno, sicuramente, ha vegliato su noi impenitenti ma impavidi pellegrini

Un pensiero

Nel diario ho elencato: episodi estemporanei, semplici discussioni, dubbi, scelte; la descrizione del territorio, sensazioni, banali incontri, visite di chiese, monasteri, conventi, abbazie; nominato Madonne e Santi, città, paesi e molto altro potevo aggiungere. Non ho utilizzato un tono devoto come speso accade a chi affronta un pellegrinaggio; tantomeno non mi sono addentrato nella descrizione puntuale e precisa di strade, sentieri, deviazioni, indicazioni: fra cento metri a destra poi a sinistra, dopo un cancello di ferro o di legno, scendere, salire, porre attenzione e così via. Quindi, semplicemente così mi congedo:

“Se la vita è un pellegrinaggio, allora il pellegrinaggio non è altro che racconto della vita così come si dipana”

Walter