Prima tappa
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prima

Per chi è riuscito a dormire, ovvero tutti escluso lo scrivente, per le ore 7.30 a.m. una ricca colazione è bella che allestita; è troppo banale individuare nel gruppo chi, con infinitesimo ritegno, provvederà a sfoltire l’imbandito selfservice. Caricato lo zaino in spalla si parte percorrendo in ombra un primo tratto di sentiero ai piedi del bosco viennese, evitando così l’esposizione ai raggi del sole lucente che risplende nel cielo in assenza di nuvole e di vento, ciò sarà più che una costante per tutto il cammino dominato dalla filosofia di Clelio: è una “bella”

partenza

giornata, così come è “buona” la birra e come “comode” sono le rate (!).
Usciti allo scoperto, sulla strada, poco prima di raggiungere il paese di Gaaden esclamiamo con stupore: “una pellegrina!” Dietro di noi si è materializzata una donna con zaino in spalla e pesanti scarponi che avanza con passo deciso come treno in corsa. L’estemporanea idea è di seguirla mantenendone la vista perché sembra che lei conosca molto bene la via, a differenza di noi che abbiamo già manifestato incertezze, subito superate dopo franche discussioni. Alle prime case del paese scompare, però Orlando conferma che la tiene sotto controllo e giunti nei pressi del cartello giallo con la dicitura “via sacra rundwanderweg” che punta per l’aperta campagna, Orlando (addetto alla lettura della mappa cartacea) senza ombra di dubbio indica di seguirne l’indicazione (n.d.a. ci metteremo un giorno per capire che tali direzioni sono assolutamente da evitare), ebbene dopo alcuni duri chilometri ci ritroviamo all’uscita del villaggio: l’avanzamento verso la meta è stato di poche misere centinaia di metri.
Lasciando il gruppo di case c’imbattiamo in un incrocio a T privo di segnalazione: destra o a sinistra? Orlando ricorda che la direzione corretta è l’Ovest, quindi a destra. Raggiunta una radura il sentiero scompare; abbiamo perso la giusta via, occorre un attimo di riflessione e di razionalità nell’interpretare la mappa al GPS. Dopo accanita discussione Orlando si convince (!) di seguire l’indicazione strumentale per tentare di riprendere il giusto assetto di marcia nel punto in cui l’autostrada (che si scorge in lontananza) forma un’ansa. Ci addentriamo nel

nel bosco

bosco per sentieri che salgono, girano a destra, quindi ci riportano indietro; qui gli unici segni della presenza umana sono rappresentati da appostamenti su palafitte nascoste tra gli alberi per il Bird Whatching (ciò sarà ricorrente in tutti i boschi che attraverseremo e radure ad essi adiacenti). Mentre girovaghiamo con la speranza di uscire dal labirinto al più presto Orlando esterna una illuminata intuizione: “noi, non incontriamo mai pellegrini perché sbagliamo sempre strada!”.
Ecco, l’autostrada è a cento metri, siamo arrivati… è solo una chimera, di fronte a noi svetta un alto muro di sbarramento, cosa fare? *E’ a questo punto che diamo sfoggio della nostra anima esploratrice: uno sguardo al GPS per valutare la nostra posizione sulla mappa e dopo consultazione ponderata individuiamo la presenza di una strada salvifica a trecento metri avanzando verso Nord nella fitta boscaglia, tornando così alla luce dopo la selva.
Scendendo lungo la strada maestra scorgiamo il campanile dell’abbazia di Heiligenkreuz (monastero cistercense mediovale). Sulla collina sovrastante vi è il percorso della via Crucis con le immagini delle stazioni poste all’interno di grandi edicole.
Sono le 14.00, non abbiamo con noi niente da mangiare e le bottiglie d’acqua ormai sono vuote, il paese che non ha dato mostra di segni di vita (come quasi sempre sarà) è già alle spalle e sempre più forte è il nostro lamento: “dove mangiamo?”, ma sembra impossibile

arcangelo

soddisfare questa esigenza.
Scendendo verso la chiesa … il “segno”, davanti al suo cortile che la circonda in un abbraccio protettivo scorgiamo due chioschi di ristoro, senza indugiare ci sediamo ad un tavolo libero e consumiamo il meritato pranzo; il pellegrino Francesco manifestando il suo apprezzamento si esprimerà con questo ricorrente ritornello:”che vi debbo dire, a me sembra buono!” (ciò non sorprende perché per lui qualsiasi cosa, di qualsiasi ristoro è sempre buona quindi, l’interrogativo sulla sua inattendibilità è certezza), a dir il vero il pellegrino Arcangelo pur non esternando è allineato con Francesco come deduce Orlando osservando che i loro piatti possono essere rimessi in circolo senza necessità di ricorrere alla lavastoviglie.
Sazi e rifocillati possiamo ammirare il complesso architettonico di questa cattedrale entrando attraverso il cancello, posto sul muro di cinta, in un grande chiostro dal quale si accede al luogo di culto costituito da tre navate in stile gotico; il giallo ocra delle pareti perimetrali di tutta la costruzione risplende di una sobria bellezza sotto i raggi dell’intenso sole.
Il cartello via sacra indica 9 km al termine di questa prima tappa, il sole ha da poco passato il suo colmo, bisogna rimettersi in viaggio per evitare di trascorrere la prossima notte all’aperto. Poco dopo incontriamo una pellegrina austriaca che si unisce a noi per avere conforto in questa landa assolata. Passo dopo passo trascorre il tempo ma l’ora stimata per l’arrivo slitta sempre in avanti.

arcang_walt

I borghi che attraversiamo sono privi di fontane d’acqua a cui rifornirsi, i nostri otri (bottiglie di plastica) sono al secco, per nostra fortuna passando davanti ad una fattoria all’uscita dell’ennesimo bosco, sfruttiamo la presenza di una delle poche anime in circolazione per chiedere dell’acqua e ringraziandola la trangugiamo in un batter d’occhio; questa boccata di “ossigeno” ci permetterà di percorrere gli ultimi 4 km della giornata.

Alle 19.30 dopo 32 km percorsi anziché i 26 previsti ecco l’ostello del pellegrino dove il cordiale gestore ci prepara una ”buona” cena. Soddisfatti, evitiamo di fare due passi di defaticamento essendo già un’impresa salire le ripide scale per raggiungere le camere. Orlando, come foglia spinta a terra da un vento impetuoso, cade sul letto, addormentandosi rapidamente e dimenticando di fare le sue 25 flessioni di cui aveva dato sfoggio al mattino prima della partenza; buona notte.

Heiligenkreuz