Le foto
22 luglio 2017
Il ritorno


Di primo mattino ci rechiamo alla stazione di Cles, stazione sia ferroviaria sia terminale di bus: attraversiamo a piedi un lungo tunnel. Dobbiamo acquistare i biglietti del pullman per la frazione di Casez dove riappropriarci dell’auto che abbiamo lasciato in custodia al gestore del già menzionato agriturismo “I Colori”. Al bigliettaio della stazione chiediamo cinque posti per Casez (pronunciato con l’accento sulla a). Allora! non rimane che attendere l’arrivo del nostro pullman. Nell’attesa, per ingannare il tempo, chiedo ad Arcangelo di stendermi il biglietto cumulativo acquistato. Lo giro dal retro al fronte e leggo Caldes. Per la miseria! Non è questo il nostro “destino”, Caldes è dalla parte opposta! Arcangelo, con calma serafica, fa notare l’errore all’addetto che quasi, forse non quasi, ci insulta affermando che noi dovevamo pronunciare Casez con l’accento sulla e, senza però specificare se acuto o grave. E’ proprio una precisazione da “polentoni” a “terroni”.
Arriva il pullman quando mancano cinque minuti alla partenza; prendiamo gli zaini e ci dirigiamo verso la piazzola di sosta mentre l’autista scende per una breve pausa. Cavolo! Arcangelo non trova i suoi bastoncini telescopici, crede di averli lasciati nell’albergo. Si avvicina all’autista con la richiesta di pazientare qualche attimo in più prima della partenza. Perentoria, intimidatoria, teutonica (ognuno la interpreti liberamente) è la risposta: “fra cinque minuti esatti si parte!”. Senza indugio, il nostro “baldo giovanotto”, richiama tutta la sua esperienza di bersagliere e si lancia in destinazione albergo (ma non è la breccia di porta Pia): piume al vento, pancia in dentro, petto in fuori; da lì a poco viene inghiottito dal tunnel. Resta un minuto alle fatidiche 9.15 a.m., l’autista accende il motore, occorre che prendiamo una rapida e logica decisione: due di noi, Clelio e Orlando, con un nuovo biglietto prenderanno l’autobus per raggiungere la località di Casez e recuperare, così, l’auto; io e Francesco, custodi dello zaino di Arcangelo, aspetteremo qui in stazione il ritorno sia dei primi che di Arcangelo. L’autista comprende lo pscicodramma, quindi, tergiversa prolungando la sosta al di là dell’inviolabile orario ufficiale finché, ecco, vediamo spuntare un puntino rosso in fondo al tunnel che diventa sempre più grande: è Arcangelo che si avvicina di gran carriera, stravolto si getta sul sedile senza la soddisfazione di stringere i bastoncini di tante battaglie.
E’ ora di riporre il taccuino della cronaca di noi pellegrini anauniensi. In macchina! si parte! verso Sud!