!doctype html> via benedicti
Arco di Trevi
Le foto
12 luglio 2016: Subiaco - Guarcino 32,4 km

La notte trascorsa nella tranquillità della foresteria è, per noi pellegrini, di buon auspicio; partire con il "piede giusto" è il miglior viatico per l'imminente cammino. Nelle prime ore del mattino percorriamo la valle dell'Aniene, costeggiando l'omonimo fiume, con passo tranquillo alla velocità di 4 km/h. Eccoci ai piedi del borgo di Trevi nel Lazio che svetta sul cocuzzolo alla nostra sinistra. La tappa ufficiale termina in questo borgo che dista circa 18 km da Subiaco per poi raggiungere Guarcino dopo altri 18 km. Il percorso è bello, ameno, con una buona copertura dal limpido sole; la nostra scelta è stata quella di riunire queste due tappe in una quindi, ritenendo superfluo arrampicarci nell'ora di mezzogiorno sul cucuzzolo del borgo, optiamo per la prima deviazione utile per Guarcino risparmiando così 3/4 km di duro calpestio. La scelta è sfiorata dal dubbio: ormai è l'ora del rifocillo, sicuramente nel paese c'è la possibilità di trovare ristoro, proseguendo, invece … solo la speranza della presenza di una trattoria nelle vicinanze della deviazione, in base al nostro studio dettagliato del percorso eseguito prima della partenza. Coraggio, avanti! da lì a breve l'audacia viene premiata dalla vista del cartello che indica a 150 metri "il Casale la Pace": agriturismo ospitale con accogliente terrapieno esterno affiancato all'edificio, arredato con gazebi sottostanti a piante di alto fusto che regalano un accogliente refrigerio sotto il soffio piacevole di refoli d'aria. Nessuna vergogna nell'abbandonarsi all'assaggio di tagliatelle ai funghi e strozzapreti, però rifiutiamo con decisione lombate e trota al cartoccio "limitandoci" ad innaffiare il pasto con birra e vino in un chiacchiericcio senza capo e coda; è tutto troppo bello per affrettarsi a riprendere la marcia ma … che razza di pellegrini! … Più che l'abbacchio siamo all'abbiocco, il "giovane" Francesco per riprendersi si distende sopra un isolato tavolo di legno ai piedi di una grande e ombrosa pianta; mai riposo fu di così tale piacere nel silenzio dell'accogliente campagna. Dura è la ripresa del lento movimento dopo questa lunga sosta ma il coraggio non è vino … pardon acqua! Percorso un breve tratto stradale (in genere nelle rotabili il traffico sarà sempre scarso) entriamo nel bosco per continuare sul sentiero verso lo scollinamento a ottocento metri di quota dove campeggia l'edicola della "Madonna della Portella". Avanziamo con passo tranquillo controllando contestualmente mappe cartacee, il libro guida del cammino, orientamento del sole e tracce GPS. Tutto scorre come previsto tra il susseguirsi di inequivocabili segni di bovini, pecore, cavalli … finché ci accorgiamo di aver perso la nostra traccia!! E' opportuno aprire un "tavolo di discussione", la direzione che seguiamo diverge da quella giusta verso il Sud geografico; chi vorrebbe tagliare per l'infido fosso, chi si ingegna nello scovare un'ancora di salvezza (la freccia del cammino) finché, in ultimo, la saggia decisione è quella di tornare sui nostri passi fino all'ultimo punto certo e da lì prestare la massima attenzione per individuare la segnalazione salvifica. Dopo un'ora di cammino a vuoto ecco la "buona" via e, così, con baldanza raggiungiamo la cima di questa impegnativa asperità. Finalmente in quota! Crediamo di aver fatto un grande balzo verso il punto più alto dell'intero percorso dove troneggia l'Arco di Trevi, ingresso dell'antica Dogana. Pia illusione, il sentiero degrada e ci fa perdere un centinaio di metri di dislivello arrestando la sua discesa in corrispondenza di una sorgente di meravigliosa acqua che per noi è luce, vigore e fonte di rianimazione per il sudato e assetato corpo. Bene, quando il gioco si fa duro noi pellegrini accettiamo la sfida e con sguardo deciso percorriamo il sentiero che sale ai circa mille metri dell'Arco di Trevi e gettare così lo sguardo compiaciuto verso la sottomessa valle. La meta di Guarcino è ora al termine di una lunga discesa, principalmente su asfalto; discesa che a questo punto del giorno è forse più faticosa della salita. Al limite della sera conquistiamo la nostra locanda (albergo Giuliana) ubicata all'ingresso del paese. Finalmente sfoghiamo gli istinti primordiali della fame, sete e solo dopo averli calmati ci abbandoniamo a conversazioni accademiche, al godimento del fresco serale, all'ammirare qualche bello scorcio del vecchio borgo. Ora, si confida come sempre, in una buona notte; a domani!