Da Mortain a Deucey
La mappa
Le foto

11 luglio 2012
3° tappa

Mortain – Deucey
(39 km)

Che monotonia, anche oggi il cielo è coperto da nuvole minacciose. Lasciato l'albergo, al primo angolo della strada ci imbattiamo in uno dei rari abitanti in circolazione a cui chiediamo se c'è possibilità di uno scampolo di sole; l'uomo, conosce qualche parola d'italiano, accompagna la scrollata di spalle con lapidaria risposta: "chi lo sa, così è la Normandia".

L'entrata in questa cittadina è attraverso il punto panoramico, dove sorge la Piccola Cappella, l'uscita avviene per la suggestiva risalita della Piccola Cascata, che parte dal punto più basso della località stessa.
Percorsi quattro/cinque chilometri si fa largo un bel sentiero, ampio, alberato con lunghi rettilinei raccordati da curve leggermente abbozzate. Dopo interminabili chilometri deduciamo (non è mai troppo tardi!) che questa via oggi riservata ai pedoni, ciclisti, cavallerizzi è il vecchio tracciato della ferrovia adattato e riservato esclusivamente al nuovo uso. In partenza, impegnati ad interpretare la mappa per individuare il punto di inizio, incrociamo padre e figlia in tenuta da cammino (di aspetto non certo mostri di atleticità) e saranno le due uniche anime avvistate in tale abbigliamento lungo il percorso sia passato che futuro; stranamente dicono di non sapere dov'è l'inizio del sentiero. Con stupore trascorse due buone ore di marcia, li incrociamo seduti sullo steccato ai bordi del sentiero: come diavolo hanno fatto ad arrivare qui prima di noi? Il sentiero è tutto nostro escludendo qualche raro ciclista nei pressi di incroci, dove da questa strada, vera spina dorsale, si diramano perpendicolarmente delle vie laterali che portano al centro delle adiacenti località. La distanza minore dal paese da questa diritta via è evidenziata dalla vecchia stazione, ora usata come abitazione o ricovero per animali da cortile.
Anche oggi principalmente mucche e sempre mucche e, non incontrando mai nessuno, viene spontaneo supporre che l'animazione in questi borghi forse c'è stata solo durante il conflitto mondiale; tutto sembra immobile in un verde straripante e sempre vivo per le frequenti piogge che da poche gocce rapidamente si tramutano in scrosci impetuosi, di tale velocità ce ne renderemo ben conto durante tutto il giorno.
Francesco è tormentato dal desiderio di perdere peso, ma la sofferenza nello stringere la cinghia fa si che non tralascia nessuna occasione per addentare pietanze che per lui sono sempre squisite!

Arcangelo è in piena trance agonistica, il suo cadenzato passo da ex bersagliere è retto solo da Orlando e così i due battistrada si distaccano sempre più dalle retrovie; nessun richiamo riesce ad arrestarli. Cosa accade? I due fuggitivi sono fermi ad un incrocio; Orlando sembra consultare freneticamente la mappa del percorso, mentre Arcangelo volge lo sguardo in modo insistente alla sua destra, abbiamo già percorso venti chilometri e da poco è rintoccato il mezzogiorno.

Ci affianchiamo e chiediamo qual è il problema. Arcangelo indica un edificio poco distante dove un via vai di camionisti è indice che lì si mangia. Rimaniamo sconcertati dall'oscena proposta poiché il pellegrino non è dedito a pranzare in trattoria. Tentati dall'insegna "plat de jour midi/soir", l'indegno richiamo alla sobrietà viene respinto dai pellegrini con controllata esultanza di Francesco. Il pranzo è buono, il prezzo economico e l'invitante nettare Sidro (gratis) fa si che la compagnia, sazia, si alzi dal tavolo facendo proprio il detto " Si mangia, si beve e allegri si stà". Ritornati in strada e caricato lo zaino in spalla il puntualizzare che mancano ancora venti chilometri all'arrivo suscita il pianto del coccodrillo.

Si procede ora velocissimi, la media di percorso nonostante le soste obbligate sale oltre i cinque chilometri/ora. Come già accennato, varie volte occorre indossare con rapidità le mantelle per gli improvvisi e brevi scrosci. Le riponiamo poi al più presto perché l'immagine che si offre non è delle migliori, più che pellegrini sembriamo briganti o mendicanti (si sconsiglia la visione ai piccoli) e per nostro pudore fortunatamente siamo le sole anime vaganti. Il cammino è reso veloce poiché dopo l'emozionante visione della sagoma di Mont Saint Michele dalla Piccola Cappella sembra che esso si mostri ai nostri occhi all'inizio di ogni rettilineo. All'arrivo a Deucey un improvviso scroscio a pochi metri dall'albergo ci dà il benvenuto. In poco più di nove ore abbiamo percorso trentanove chilometri ed un cartello indica M.S.M 19km, è fatta. Occupare, in senso stretto della parola, la camera è come varcare la soglia di un paradiso (terrestre), recarsi a cena è un affronto al buon senso. In giornata ci perviene la seguente riposta dell'amico Claudio, fustigatore di pellegrini, al messaggio di saluto inviatogli da Clelio: " Buon cammino ai pellegrini sulla via di Emmaus". Il teologo Arcangelo ne illustra il significato e Clelio così conclude: "Occorre trovare una adeguata risposta". Ora, non resta che dire buona notte sognando l'arrivo ormai prossimo alla meta.