Visita a LOURDES
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Il racconto non si limita alla stretta descrizione del solo avvenuto nelle tappe del cammino percorso, pone l'attenzione del lettore anche sul prima e il dopo del peregrinare con zaino in spalla. Perchè, dal momento in cui si lascia la quotidianietà per raggiungere il luogo fisico del peregrinare, si è già pellegrini nella mente e nel cuore e, nel particolare viaggio, pellegrini di fede per i luoghi toccati.

 

15 luglio 2014

Prima dell'alba

A bordo del bianco SUV i pellegrini Arcangelo (nome che è garanzia di sicura protezione) Clelio e Walter raggiungono (alle 3.45 a.m.) Montecosaro Scalo dove sono in attesa Francesco e Orlando. Nel buio della notte, la fioca luce del lampione cade debolmente su due zaini lasciati incustoditi; spontaneo è l'interrogativo: “dove diavolo saranno i due pellegrini? … ma per ora non troppo!
Eccoli sbucare, tra bisbigli di soddisfazione, dal laboratorio del fornaio disquisendo sulle fumanti prelibatezze assaggiate; chiaramente, non da Francesco che nasce il nostro stupore, ma dal compagno di “merenda” la cui ferrea disciplina mostra le prime crepe.
In viaggio, nell'attesa del risveglio del sole, i passeggeri si tuffano in un “brain storming” tranne uno che se la dorme tranquillamente incurante di contribuire a sostenere Arcangelo impegnato nella guida, anche se, in verità, il “pilota” si eccita quando c'è da alzarsi nel pieno delle tenebre per tuffarsi nella guida notturna. Dopo un tranquillo trasferimento, come da programma (cosa che sarà sempre rispettata), intorno alle nove del mattino raggiungiamo l'aeroporto di Bergamo (Orio al Serio). Sono trascorsi appena una manciata di minuti quando all'unanimità manifestiamo la necessità di mangiare qualcosa prima del volo e, così, in un baleno ci troviamo stretto in mano un panino da divorare come se fosse l'ultimo pasto da qui ... fino a solo qualche ora più tardi!

Nella sala d'imbarco si materializzano i primi contatti con altri pellegrini (l'aspetto è inconfondibile), tra questi un ragazzo inesperto che si appresta ad affrontare l'intero percorso di Santiago di Compostela. Orlando sfoggia la sua esperienza di pellegrino consumato distribuendo consigli a chiunque si trovi nel suo raggio d'azione, in particolare al giovanotto, aprendo un fitto discorso sotto la sicura cappa della sua saggezza.

Lourdes

In ritardo di un'ora rispetto all'orario previsto, noi, quasi pellegrini, insieme agli altri passeggeri dell'aereo, in maggioranza italiani, guadagniamo l'uscita dell'aeroporto per prendere il pullman navetta con destinazione la stazione ferroviaria cittadina. Purtroppo nei pressi della pensilina non c'è nessuna traccia del suddetto mezzo di servizio, solo taxi collettivi diretti a Saint Jean Pied de Port.

Nella concitazione della trattativa tra taxisti e pellegrini diretti a Saint Jean, cresce il disappunto del centinaio di persone (tra cui noi) in chimera attesa. Nel disagio di questo frangente ci accorgiamo che il mondo è piccolo; vi sono alcuni nostri conterranei diretti a Lourdes dove incontrarsi in serata con un gruppo dell'Unitalsi in volo da Ancona.
Gira la lancetta dell'orologio ma nessuna avvisaglia del sospirato pullman.

Essendo noi presenti quasi tutti italiani non ci meravigliamo più di tanto del disservizio e inganniamo l'attesa scambiando informazioni con altri pellegrini sulle difficoltà del cammino.
Orlando ha sempre vicino il già citato giovanotto che non è intenzionato ad allontanarsi dal “Santone”... pardon Santoni Orlando ancora una volta ebbro nel dare suggerimenti a due ragazze, soprattutto ad una di esse (di Rimini) che è alla prima esperienza ed ha in progetto di raggiungere Santiago percorrendo il cammino del Nord lungo la costa atlantica spagnola.

 

Nello scambio di notizie sulla odierna destinazione: chi proseguirà in treno da Lourdes, chi dormirà nell'ostello della città; facciamo presente che per la imminente notte abbiamo prenotato l'albergo e siccome siamo in cinque, una voce sentenzia: ”pellegrini a cinque stelle!”. In realtà le stelle dell'odierno rifugio (accogliente e confortevole) sono soltanto due ma, ben presto le uniche stelle che si offriranno alla nostra vista saranno solo quelle delle notti, se stellate.
Grazie all'intervento deciso di una francese, addetta all'accoglienza di gruppi organizzati di pellegrini diretti al Santuario di Lourdes, arriva il pullman e così, sia con le buone sia con le cattive tutti a bordo.
Scesi dall'automezzo, è il momento dei saluti. Il giovane vorrebbe venire con noi ma ha già prenotato un posto all'ostello e così lo rincuoriamo dicendogli che probabilmente ci incontreremo al Santuario. La ragazza diretta al cammino del Nord salutandoci non vede Orlando, impegnato a sua volta a stringere la mano a chiunque gli sia stato a distanza di un metro o poco più; le chiediamo un po' di comprensione se è stato invadente, l'Orlando (non furioso) attacca discorso con chiunque si trovi a portata di voce e lei sorridendo dice: “è proprio vero, è riusciuto a parlare con me!”

Pellegrini a Lourdes

Guidati da Orlando, profondo conoscitore della città per aver prestato servizio di assistenza volontaria nei raduni annuali (2012, 2013) dell'Unitalsi, iniziamo il peregrinare toccando i luoghi più significativi della vita di Bernadette fino a raggiungere la grotta della Nostra Signora di Lourdes, scavata nella roccia su cui poggia un angolo della Basilica eretta a sua Gloria.
Questo cammino di fede è interrotto da una deviazione di stampo consumistico: “l'ufficio del turismo”, luogo di forte attrazione per Francesco nella spasmodica ricerca di poster d'appendere al ritorno nella personale, casalinga, galleria fotografica.
All'estremità di un'ampia spianata si erge l'imponente basilica cinta in testa da una corona d'orata. Dal cancello d'ingresso, sul lato opposto, due file di alberi d'alto fusto delimitano lo spazio con al centro un prato per metà della sua lunghezza per poi lasciare tutta l'area libera per il raduno dei pellegrini ai piedi della grande facciata del luogo di culto.
Le ore 18.00 sono rintoccate da pochi minuti; seguendo il suggerimento dell'albergatore ci portiamo sul piazzale antistante la grotta, dominata dalla statua della Madonna di Lourdes posta nella sua sommità, limitato nel lato opposto da un muro al di là del quale scorre il corposo fiume (Gave di Pau), di considevorevole portata d'acqua, che nell'estate del 2013 tracimò ed invase (arrecando notevoli danni) la grotta e la parte bassa della città stessa, come documentato da grandi foto poste sul parapetto del ponte d'accesso alla spianata della basilica. Quì è radunata una nutrita folla per la recita del rosario in un'atmosfera bella per semplicità e profonda partecipazione dei fedeli.

Intorno alle 21.00 siamo di nuovo nel piazzale del Santuario dove è già tutto pronto per la processione delle fiaccole, che partendo dal lato della grotta percorrerà l'anello della grande spianata per fermarsi ai piedi del Santuario, allineando al centro tutte le carrozzine degli infermi spinte da crocerossine, vestite di bianco candidato, che si prodigano per svolgere al meglio il loro compito.
Nell'attesa ci accodiamo ad altri pellegrini per entrare fisicamente nella grotta e sfiorare con la mano la parete rocciasa testimone del Santo Evento. Rapidamente guadagniamo la terrazza del Santuario dalla quale osservare la fiaccolata in lenta processione accompagnata da canti e musica sacra. L'emozione del lento movimento di questo popolo sofferente ma nello stesso tempo sereno, diventa toccante quando il cammino è scandito dalle note delle corrnamuse di due musici, della comunità scozzese, sul sagrato della Basilica.

Bene, cosa chiedere ancora a questa giornata? Tutto l'accaduto sembra parte di un disegno e, parafrasando il nostro pellegrino Francesco, ciò “è un segno!”; certamente,
senza dubbio le parole incise all'interno della casa di Bernadette:
“bisogna amare senza misura”
lasciano sgomenti noi poveri peccatori.