Terzo Giorno
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17 luglio 2014

2a tappa: St Just Ibarre – Saint Jean Pied de Port 23 km

Modesta è la colazione nel sempre continuo svolazzar di mosche. Prima dell'odierno: “avanti, in marcia”, uno sguardo incuriosito cade sull'architrave della porta esterna del bar diviso in sette scomparti con scritto:
“lunedì caccia alla palomba, martedì caccia alla palomba e così mercoledì e giovedì; non abbiamo ben decifrato che cosa si fa dal venerdì alla domenica”.
Splendente è il sole e nessuna nuvola macchia il cielo. La oleografia del luogo, come la precedente tappa, ricorda quella di un paesaggio di alta montagna, ma è il caldo sfiancante che non dà tregua a ricordare che la quota in cui ci muoviamo è intorno ai 200 metri. In breve tempo il cammino ci accoglie a braccia aperte inerpicandosi su una salita scoraggiante di qualche km senza offrire una briciola d'ombra e tanto meno dell'acqua salvifica. Siamo solo noi lungo questa strada assolata escludendo degli aquilotti che volano sopra le nostre teste. Stranamente nessun pellegrino in vista. Il passo procede spedito e cadenzato, a due km da St Jean le Vieux due pellegrine, di Parigi, attirano la curiosità soprattutto di uno di noi che ama ripetere che viene dalla città di Loreto, ma ancora una volta tale luogo lascia indefferenti le pellegrine, perché non sanno minimamente dove sia. Siamo alle porte di St Jean le Vieux, all'angolo del primo incrocio stradale il bar che si fregia del nome di “bar del pellegrino”. Sorpresa, ma non troppa, sono già pronti per riprendere la via la donna polacca e il figlio; dopo un caloroso saluto ci sediamo nel tavolo vicino al loro. Il caldo è sempre più insistente, dall'asfalto arroventato si abbatte su noi aria che non porta certo refrigerio, la temperatura sarà intorno ai 35°C. Durante la sosta beviamo a volontà limitando il pasto ad un piccolo gelato mentre, in pochi minuti, sopraggiungono altri pellegrini, in coppia o solitari, soprattutto donne e ragazze. Due di loro, passando di fianco al nostro tavolo stracolmo di una selva di bottiglie di varie taglie, con umorismo dicono: “Avete per caso bevuto?”.
Forza ancora tre km e anche questa tappa è alle spalle. Entriamo a St Jean Pied De Port dalla porta medioevale dedicata a San Giacomo. Qualche metro oltre l'ostello pubblico già stracolmo di pellegrini. Non a caso, di fronte all'ostello c'è una fontana d'acqua, cosa più amata e ricercata dal pellegrino.
Praticamente la parte storica di questa cittadina di frontiera si sviluppa lungo l'unica strada che scende dalla porta San Giacomo a quella di Spagna e l'ultima costruzione a questa addossata è la Cattedrale del paese. Al di là della porta un ponte immette nella parte più moderna dove è ubicato il nostro albergo.
Oggi siamo arrivati, come sempre dovrebbe essere, nel primo pomeriggio e ciò permette di godere con calma di una doccia fresca, fare il bucato, stendere la biancheria su qualunque appiglio utile presente sulle imposte della finestra esterna della camera. Previdenti, prima della cena un salto al minimarket per il rifornimento di acqua e viveri energetici necessari per affrontare la prossima tappa pirenaica, che al solo pensiero ci fa dire: “sarebbe bello attraversare i Pirenei in carrozza!”.
Durante il riposo pomeridiano esercizi di defaticamento, stretching dei pellegrini non proprio giovani e pieni di acciacchi. Mi allontano lasciando Clelio e Orlando parlare tra loro; rientrando osservo che uno (?) con alle spalle l'altro pellegrino (?) parla con voce pacata intento a spiegare non so che cosa ... al che intervengo: “ma con chi parli? Non vedi che sta dormendo?”. Segni evidenti di primi sbandamenti cognitivi. Tale ulteriore indizio lo si ha poco dopo nel ristorante distante qualche decina di metri dal nostro rifugio notturno. Leggendo il menù in lingua francese e basca, ci sforziamo di comprendere la lista del giorno sperando di scegliere la giusta pietanza. Tra le varie voci fa mostra le parole “pasta alla carbonara”. La gentile cameriera con sorriso aspetta pazientemente il nostro ordine quando … l'Arcangelo si abbandona in forbito italiano in una disquisizione tecnica rivolta “all'ancella” (conosce solo il francese, al più il basco) per sapere se l'uovo viene cotto insieme alla pasta o depositato successivamente, perché ordinerà la carbonara solo se fatta come da sua ricetta. La ragazza, in silenzio, lo ascolta con un sorriso ancora più disarmante facendo si che il pellegrino, non avendo ricevuto soddisfazione, si orienti su un piatto indicato casualmente dal dito che cade sulla carta del menù

 

Il fascino di St Jean Pied de Port

Si respira l'aria di un avamposto di frontiera dove pionieri, soldati e avventurieri si concentravano prima di gettarsi nel selvaggio West. Qui la direzione da prendere l'indomani alle prime luci dell'alba è verso Sud e l'eccitazione dei pellegrini di varie nazionalità, in maggioranza giovani, guidati dalle più svariate motivazioni si tocca con mano. Pensieri e discorsi sono rivolti alla nuova alba, al cammino, che dai 170 metri di St Jean porta in 25 km a Roncisvalle, terra di Spagna, percorrendo una lunga salita di circa 20 km fino ai 1430 metri del passo pirenaico per poi raggiungere su ripida discesa di 5 km il traguardo di tappa.
La bellezza del cammino sta nel fatto che questo variegato popolo di pellegrini di differenti nazionalità ed età è accomunato dalla condivisione dello stesso pensiero, raggiungere domani la meta prefissata, nella solidarietà dell'uno verso l'altro, ed è qui che le parole “nel cammino di Santiago non si è mai soli” sono vere più che mai.

Riprendo l'ordine cronologico degli eventi; le ombre della sera si fanno largo, godiamo il fresco seduti su una scala di fianco alla fontana d'acqua nei pressi della Cattedrale dopo una giornata caldassima con temperature sui 40°C che rendono l'idea di essere più che hai piedi dei Pirenei alle porte del Sahara. Con sfondo il citato luogo di preghiera, una pellegrina non giovanissima è impegnata ad autofotografarsi, riconoscendo che siamo italiani chiede aiuto per immortalarsi; prontamente il nostro fotografo ufficiale non si fa pregare nello scattare non una ma due foto con diversi sfondi. E' di Torino, lavora alla Caritas ed è intenzionata a raggiungere da sola Santiago nei prossimi due mesi. Da tempo abbiamo deciso che noi non dobbiamo più preoccuparci della nostra vera località di provenienza, perché sembra che nessuno conosca i nostri luoghi, quindi è perentorio rispondere “siamo di Roma” evitando di recitare un rosario di località.