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21 luglio 2014

Ultimo giorno

Noi pellegrini ormai semplici turisti ritorniamo di primo mattino ad ammirare ancora una volta Nostra Signora del Pilar e, a seguire, la bella cattedrale del Salvatore ricca di cappelle laterali dedicate ai Santi della Chiesa.
Dalla sera precedente, Arcangelo, si sta prodigando in una serie ininterrotta di scatti, fotografa ogni mattone, capitello, lampione, immagine che cade anche oltre il raggio visivo correndo di qua e là, scompare e ricompare alla nostra vista ma sempre con l'indice destro che si abbassa con frenesia; una schiera di giapponesi impallidirebbe alla sua vista. Le ultime briciole di tempo le impieghiamo per il luogo (deludente) simbolo dell'Aragona 'Aljaferia' dove si conservano i resti di quella che dovrebbe essere l'Alhambra Aragonese. Il pendolo dice stop, non rimane che guadagnare l'aeroporto.

 

L'interrogativo

Dalla lettura, legittimamente, è lecito manifestare il dubbio:
“che tipo di pellegrinaggio è stato? Pellegrinaggio non è forse, comunemente parlando, raggiungere una meta di ben preciso significato seguendo un percorso delineato nel suo principio e fine?”
In quanto descritto sembra esserci un po' di confusione: si percorre la fine del cammino pirenaico, quindi l'inizio del cammino di Santiago, saltando da un Santuario all'altro ebbene sì, abbiamo fatto solo movimento, senza un preciso ordine, sia a piedi che con diversi mezzi di trasporto, movimento che avviene nella natura:
“natura che è forma, che è forma non soltanto fisica perché visibile anche con gli occhi dell'intelletto ...”
e poiché tutto ciò che abbiamo fatto avviene nel tempo:
“tempo che è il numero del movimento secondo il prima e il poi perché esso in ultima analisi rende compatibili tutte le realtà naturali che sarebbero in contraddizione (bagnato o asciutto, inizio o fine); che possono diventare compatibili per uno stesso soggetto in tempi diversi. L'interessante che il movimento non sia astratto ma solo movimento di un soggetto suscettibile di moto (Aristotele)”
Così è chiaro che per noi il tempo del cammino ha reso compatibile la fine di uno con l'inizio dell'altro nel nostro movimento nel “tempo”.

Al lettore

Al lettore che ha avuto la pazienza di arrivare alla fine della lettura del diario, chiedo comprensione se la descrizione è apparsa tediosa, banale, prolissa per un racconto che si è allargato oltre le tappe oggetto del pellegrinaggio vero e proprio. Ho preso la licenza di riportare con un pizzico di 'humor' tutto ciò che è stato di contorno, poiché ogni momento ha in fondo una intensa autentica bellezza e gli episodi che pur esulano dal pellegrinaggio in senso stretto, sono frammenti di vissuto nel peregrinare della vita.